La Marianna d’Italia

Marianna-Madia

Marianna Madia ha 33 anni e porta i boccoli raccolti, giovane età e bella presenza sono requisiti preferibili (anche se non indispensabili) per una ministra. Tradizione sdoganata da Berlusconi, anche se non si dice.

In occasione del giuramento Marianna ha indossato un vestitino nero e ballerine, assolutamente low-profile, per attirare l’attenzione le basta poco, e poi è in dolce attesa e per questo è ancora più radiosa.

Curioso il giuramento dinanzi a Napolitano, il Presidente della Repubblica è infatti suo suocero mancato: Marianna è stata la fidanzata di Giulio Napolitano, figlio di Giorgio. Chi lo avrebbe detto? Ex suocero ed ex nuora, così vicini in un momento solenne, dedicato solo allo stato, in cui la funzione di rappresentanza oscura, per fortuna, gli affari privati.

Il mea culpa di Belen

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Nel corso di una intervista barbarica (condotta da Daria Bignardi) Belen Rodriguez ha dichiarato di pentirsi dei suoi tatuaggi, specialmente quello da scaricatore di porto che le deturpa la pelle ambrata dell’avambraccio. È il tatuaggio fatto nel pieno della passione con il suo Stefano (ora suo marito), che scemata e tramutatasi in amore solido e più casto (dice sempre Belen che dopo i primi sei mesi il calo di passione è fisiologico) ha lasciato spazio all’essere mamma e moglie, e le fa godere in maniera nuova i piccoli piaceri della vita, come andare in Argentina e non essere riconosciuta da nessuno. Ma chissà se la situazione di anonimato è davvero il suo sogno segreto? Nella stessa intervista infatti parla con più entusiasmo di instagram che del marito, social su cui dichiara di passare ore intere. Addirittura fa una dimostrazione in studio spiegando a Daria i segreti di un selfie di successo. È apparsa più mansueta Belen, un po’ più sciura, e come tutte le donne in questa fase dell’esistenza pare abbia ceduto a un ritocchino alle labbra. Perché Belen? Hai già rinnegato i tatuaggi (un grande passo avanti), non cadere nella trappola autodistruttiva dell’imbruttimento inconsapevole.

Mario fai log-out!

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Balotelli twitta “«Finalmente la verità… Pia… Dolce bimba mia!!! tuo padre»”. Eppure Mario è un ragazzo sveglio, come mai ha scoperto solo dopo un anno che la meravigliosa bimba mulatta della ex Raffaello Fico, è sua figlia? Non ha seguito la gravidanza, assistito al parto, scelto il nome. Ma in compenso ha  trascorso gli ultimi 12 mesi facendo shopping con la sua fiamma tira e molla Fanny e sui social network. Sabato a Verissimo Silvia Toffanin leggerà una lettera del calciatore, con le prime emozioni a caldo di padre. Restiamo però in attesa del gesto più naturale e istintivo, che non è scrivere su twitter o partecipare a programmi TV, ma recarsi in visita dalla sua piccola. Paradossi dei social, parole in luogo di azioni mancate. Per fortuna in campo lo smartphone è vietato, se no nessuno inseguirebbe più la palla.

Regine in fuga

Letizia-Ortiz

Forse Letizia di Spagna lascia Filippo di Borbone, futuro erede al trono. La notizia è ripresa anche dal Corriere della Sera e sembra sia più di una voce. Pare che Letizia non ne possa più del protocollo di corte, che non sopporti la suocera e le cognate (oltre che il marito), che sia stufa di presenziare eventi, e che il sabato sia sua abitudine andare a concerti poco regali abbigliata con vestiario alternativo. Gli abiti haute couture e i lifting sono serviti a colmare la noia dei primi anni, adesso il potere si dispiega in tutto il suo crudele repertorio di consuetudini secolari. Una storia già sentita. Certo è che le principesse moderne non hanno più la fibra e la dedizione di un tempo. Spesso sono addirittura antimonarchiche, come la stessa Letizia, giornalista, divorziata e repubblicana in un passato recente. A volte rifiutano il loro ruolo attraverso disagi psichici (come Masako, la principessa triste del Giappone), altre volte cercano di svecchiare l’istituto monarchico e indossano abiti low-cost (vedi Kate Middleton). Tutte queste aspiranti regine non hanno però chiaro che non si può svolgere in maniera differente un ruolo che esige il totale rispetto della tradizione, pena il calo di gradimento popolare, pena il tramonto della stessa monarchia. La ribellione e il dissenso sono repubblicani, a volte anarchici, non certo monarchici. Questo conflitto le porta ad uscire prima di tutto da se stesse, e poi dal compito che inizialmente sembrava comodo come una fiaba, e che poi puntualmente si dimostra noioso, ingrato e anacronistico. Nessuno le ha obbligate a diventare principesse, hanno fatto tutto da sole. Erano promesse della borghesia, belle donne destinate all’emancipazione e a una vita indipendente. Hanno scoperto troppo tardi che le fiabe sono edulcorate, i principi uomini comuni e che essere regine è un duro lavoro. Insomma, una fregatura. Ma del resto è il modo attraverso cui la monarchia si autopreserva, fare propaganda attraverso la letteratura per l’infanzia.

La classe non è acqua, ma neve candida

Gstaad,guest attending Wedding Andrea Casiraghi

Andrea Casiraghi ha (ri)sposato la moglie (ereditiera) Tatiana Santo Domingo nella chiesetta svizzera di Rougemont, dopo l’unione civile che si era celebrata a Palazzo Grimaldi soltanto pochi mesi fa. Anche il cielo ha voluto dare il suo contributo e la cerimonia è stata impreziosita da fiocchi di neve che hanno reso magica l’atmosfera: l’immagine di Bianca Brandolini d’Adda che si ripara tenendo in mano un ombrellino mentre passeggia diretta in chiesa resterà negli annali reali. Così come quella di Beatrice Borromeo elegantissima (che più non si può) in un cappotto cipria da vera principessa, anzi da imperatrice, che lascia intravedere un vestito in seta, superbo. Pierre, fratello dello sposo e fidanzato di Beatrice, deve essere stato orgoglioso della sua statuaria dama. Insomma, un parterre da primo ordine, raffinato, chic e discreto, come si conviene a una giovane coppia aristocratica che ha fascino e carisma da vendere. La chiesetta era rivestita interamente di fiori e la sposa indossava un mantello da regina delle nevi (tutto Valentino).

Dopo il matrimonio religioso il figlio della coppia, Sacha, (battezzato tra l’altro a Gstaad qualche giorno fa) entrerà di diritto nella linea ereditaria del Principato. Pare che la scelta di sposarsi anche con rito cattolico sia dettata  dalla necessità di assicurare un erede alla dinastia Grimaldi qualora dall’unione di Charlene e Alberto non dovessero nascere figli. A proposito di Charlene, nelle foto dell’arrivo in chiesa non vi è traccia, mentre il suo consorte arriva in macchina con una Charlotte dal broncio irresistibile, anche lei senza il compagno. Non sappiamo se la principessa regnante e il comico francese abbiano poi raggiunto gli altri ospiti al banchetto offerto da Andrea e Tatiana al rifugio El Eggli, dove i due sposi sono arrivati su una carrozza trainata da cavalli bianchi. Una cerimonia intima ma da sogno, lontana dai riflettori e sentita, lo si capisce dal fatto che la richiesta fatta di non diffondere foto sui social network è stata rispettata da tutti gli invitati.