Caccia al principe

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Quello delle cacciatrici di principi è un fenomeno molto diffuso laddove esistono ancora dinastie regnanti. Ad oggi lo scapolo più inseguito è Harry d’Inghilterra, fratello di William, futuro re. Le cacciatrici non potranno più aspirare a diventare regine, ma cognate della regina sì, che è sempre meglio di niente. Anzi, ci sono meno responsabilità e più divertimenti. Le cacciatrici sono organizzatissime, frequentano gli stessi locali, le scuole, gli eventi mondani del principe-preda. Il loro diventa un impegno a tempo pieno ed esistono persino dei corsi di galateo per preparare le aspiranti principesse.

Da qualche tempo però il frutto del loro lavoro è andato in fumo, dovranno rassegnarsi a rincorrere qualche altro malcapitato, perché pare che Harry abbia scelto di non essere più scapolo e di affidare il suo cuore a Cressida Bonas, i rumors parlano di una imminente proposta di matrimonio. Cressida è una biondissima giovane e fresca ragazza di nobili origini. Lei ad Harry è arrivata con naturalezza entrando dalla porta principale, quella della cugina del principe, Eugenie di York, figlia di Andrea, fratello di Carlo. Anzi, lei ad Harry non voleva proprio arrivare, non c’era nessun calcolo, e non è convinta di volerlo sposare, si sente troppo giovane. Alla waity Katy nazionale, che ha aspettato con pazienza dieci anni di tentennamenti di William, comportamenti così schizzinosi non devono andar giù.

Cressida e Kate non potrebbero essere più diverse, una nobile e l’altra borghese, una leggera e spensierata, l’altra calcolatrice e determinata, una bionda l’altra mora. Cressida, come il suo boyfriend Harry, è un animale da party, ama divertirsi in maniera libera e sfrenata come solo un’aristocratica dedita ai piaceri della vita può fare. Lei è bella, ricca e di sangue blu, e ha sorvolato in virtù dei suoi natali tutte le tappe e i sacrifici e le umiliazioni subite da Kate, una fra tante la mamma Carole che in mondovisione fu inquadrata a masticare una chewingum con lo sguardo di chi sta costruendo una posizione per la figlia. La quale sarà pure la futura regina, ma non ha mai avuto il privilegio di dire di no a William, sempre in posizione di attesa, remissiva e accomodante: per lui ha rinunciato ad un lavoro vero, accontentandosi di un modesto part-time in un negozio di abbigliamento che potesse andare incontro alle esigenze del principe, come una qualsiasi ragazza di paese che aspetta il ritorno del fidanzato arruolato nell’esercito. E quando è stata scaricata per Isabella Calthorpe è diventata persino leader di una squadra di canottaggio femminile  per far passare il finto (e rumoroso) messaggio di donna amazzone emancipata, ma in realtà non aveva scelta: se fosse uscita con un altro sarebbe stata archiviata per sempre. Isabella Calthorpe per la cronaca è la sorella mozzafiato di Cressida (ironia della sorte) e dopo qualche tempo ha rimandato William al mittente senza troppi complimenti. Sì, Isabella con William ha trascorso un periodo di puro svago, non voleva diventare The Queen. Questa è la punta più alta che il femminismo abbia mai raggiunto e forse solo con lei William si è sentito semplicemente un ragazzo e non la preda di una aspirante regina.

A Low-Profile Christening, or the Middle-Class Delirium of a Future Queen

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Little George, the third in the succession line to the throne of England will be christened in St James Palace Chapel.

In disregard of protocol, once again, Kate and William have decided to bend the rules, leaving out of the invitee list the flower of the British aristocracy, to the point that even Prince Charles’ siblings have been excluded. In other words, William has not invited his uncles, aunts, and cousins. Luckily, grandma the Queen has been spared the ruthless expunction. Still, even in such circumstances, space was made for the rampant bourgeoisie: George’s godfathers are William’s and Kate’s friends from college, with friendship triumphing over blue blood. The royal baby’s christening gown is going to be a replica of the original one that has been dressing royal newborns for more than a century. The cake, according to a common English tradition, is a frozen leftover of the wedding cake (in fact, this is supposed to be edibile up to two years after the wedding itself–two years that have well gone by). Of course, a strictly informal and not toxic reception is expected. As the Jordan river’s water provisions used for the christening dried up in the 1980s, water supply will be coming from London.

But something seems to be out of place in the big picture: Kate, who has been striving to conquer the heart of William, prince and future king of England, does not lose the opportunity to further the cause of the bourgeoisie. Kate has waited a year to enroll in the same college as the heir to the throne, has modeled half-naked in front of him, and has waited for ten years before getting married (she has even had to suffer to humiliation of William’s crush on prince Harry’s new girlfriend’s sister). Finally, when after much labor and commitment to the cause Kate got married, she decided to introduce an anti-monarchic virus into the system; as when her father, Michael Middleton took the official family picture in the setting of their social-climber villa, bought for some millions pounds, probably in competition with the Windsor, who did not even notice.

Explanations for Kate’s behavior:

–       Kate is in fact a spy trained by an anti-monarchic  group working for the destitution of the Windsor aimed at investing the money saved from the royal appanage in the installation of guillotines in London’s squares.

–       Kate’s middle-class complex, exacerbated by the phony crest and fantasy title (“Duchess of Cambridge” sounds faker than Monopoly’s money), cries vendetta against those born with blue blood with no transfusion needed.

–       Kate has interpreted literally her late’s mother in law nickname: “people’s princess.” Too bad Diana would never leave home wearing what her daughter in love dares to wear.

–       Kate is confused: she has just realized the real trouble she got herself into, and like all the in-law women of the Windsor, she trips her husband’s family.

In sum, if one has to play the monarchy game, one has to get into the role, with no hesitation and, especially, without pretending to have enthusiasm for the commoners’ way of living. Monarchy is a matter of jewels, sumptous dresses, and curtsies. If Kate wishes that girls keep dreaming of marrying a royal prince, she must put more effort, lest they might change their dreams (they can already afford H&M). Beware Kate: no one will ever want to identify with you if this is the way things are going….

Poor baby George, he is the victim of such a disgraceful attitude! When he is king, mum would impose on him a plastic crown and a polyester cape, causing a good laughter among his subjects.

Battesimo low profile, ovvero i deliri borghesi di una futura regina

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Oggi il piccolo George, terzo in linea di successione al trono di Inghilterra, riceverà il battesimo nella cappella di St James.

Anche stavolta Kate e William hanno voluto fare uno strappo al protocollo, lasciando fuori dalla lista degli invitati il fior fiore dell’aristocrazia britannica e addirittura quasi tutti i membri della famiglia reale, compresi i fratelli di Carlo, figli di Elisabetta, anche loro in linea di successione. Insomma, William in poche parole non ha invitato gli zii e le cugine. Per fortuna la nonna, la Regina, è stata risparmiata da questo spietato depennamento. E invece, anche in questo frangente, largo alla borghesia che avanza: dopo Kate la commoner e i suoi abitini low cost, altro colpo di scena: i padrini di George saranno i compagni di università della coppia reale. Quindi niente blasoni, trionfa l’amicizia. Anche l’abitino del royal baby sarà una copia fedele e non l’originale che da più di un secolo veste i pargoli reali. E la torta, come da tradizione popolare inglese, è la rimanenza di quella nuziale, surgelata. In realtà pare che sia commestibile fino a due anni dal giorno delle nozze, che sono ampiamente trascorsi. Quindi si spera in un ricevimento, rigorosamente informale of course, non tossico. George, neanche a dirlo,  sarà battezzato con acqua londinese e non del Giordano, perché le scorte sono finite negli anni ’80.

A questo punto però qualcosa non quadra, Kate che tanto ha fatto per conquistare William, un principe, il futuro Re di Inghilterra, non perde occasione per tirare acqua al mulino della borghesia. Ha saltato addirittura il primo anno di college per far coincidere la sua iscrizione con quella dell’erede al trono, ha sfilato quasi nuda per essere conquistata, ha aspettato dieci anni per essere sposata (dovendo pure subire l’umiliazione di un ripensamento causa cotta di William per la sorella della attuale fidanzata del principe Harry) e finalmente, quando è stata impalmata dopo una vita di fatica e impegno, ha deciso di innestare un virus antimonarchico facendo saltare tutti i protocolli. Compresa la foto ufficiale di famiglia che è stata scattata dal Michael Middleton, il papà di Kate, con la sua macchinetta digitale nel giardino della villa cafonella da qualche milione di sterline comprata  per entrare in competizione con i Windsor, che neanche se ne saranno accorti.

Diverse le ipotesi:

–       Kate è in realtà una spia addestrata da un gruppo di antimonarchici per destituire i Windsor e usare i soldi del loro mantenimento per installare ghigliottine in tutte le piazze di Londra.

–        Il suo complesso di borghese con il finto stemma nobiliare e titolo di fantasia (Duchessa di Cambridge, che suona più finto dei soldi del monopoli) urla vendetta contro chi è nato con il sangue blu senza alcun bisogno di trasfusione.

–       Kate ha preso alla lettera l’appellativo della suocera, principessa del popolo. Peccato che Diana non sarebbe mai uscita con gli stracci che indossa la nuora.

– Kate è confusa, ha capito solo adesso il pasticcio in cui si è andata a cacciare e come tutte le donne dei Windsor fa lo sgambetto alla famiglia del marito.

Insomma se si vuole giocare ai principi e alle principesse bisogna entrare davvero nella parte, senza ripensamenti e soprattutto senza finti slanci popolari. La monarchia è un affare di gioielli, abiti pomposi e inchini. Se Kate vuole che le ragazze continuino a sognare di sposare un principe deve impegnarsi di più. Se no cambieranno sogno: gli abiti da H&M possono comprarli già adesso. Attenta Kate, nessuna vorrà più identificarsi in te se l’andazzo è questo.

Povero George, è lui la prima vittima di tale scellerato comportamento: quando diventerà Re la mamma gli imporrà di indossare una corona di plastica e un mantello in fibra sintetica, per la derisione dei sudditi.

Elisabetta Canalis, Instagram ergo sum

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Che lavoro fa esattamente Elisabetta Canalis? E soprattutto perché vive a Los Angeles? Passa la sua giornata in palestra e sulla spiaggia, ma la sua attività principale sembra essere la presenza sui social network. Palestra, spiagge e computer li abbiamo anche qui in Italia. Quindi perché emigrare?

A Elisabetta si deve riconoscere il brevetto degli amori calciatori-veline: è stata lei ad inventare questo originale tipo di coppia. E superando il modello da lei creato, è approdata al livello superiore: velina-divo di Hollywood, che ha avuto meno successo perché troppo impegnativo. Le squadre di calcio (rigorosamente di serie A), offrono un vivaio molto più nutrito e di facile accesso rispetto alla ristretta cerchia di star del cinema internazionale.

La relazione con Clooney quantomeno le è servita per migliorare il suo inglese, e così a Sanremo ha fatto la traduzione simultanea dell’intervista a De Niro e negli States si è iscritta a un corso di recitazione. Il sogno di una velina è infatti quello di diventare attrice. Ma i preconcetti della jungla di Hollywood, le invidie nate quando era la fidanzata di George, e il cagnesco esordio nel telefilm Leverage, non hanno fatto decollare la sua carriera. Così lei adesso fa Jogging ammirando il panorama di Los Angeles, posta tante foto dalla spiaggia di Miami, e si fidanza spesso. L’ultimo in ordine cronologico è l’alternativo Maccio Capatonda, che prima si è messo un cappello da cowboy per passeggiare con la sua amata, e poi l’ha lasciata perché non sopportava i paparazzi. Se non si vuole essere fotografati basta imboccare sentieri di montagna piuttosto che volare a Miami (dove sono appostati paparazzi italiani che fotografano i vip nostrani che vanno a farsi il bagno e un po’ di pubblicità).

Però nonostante la sua scelta d’oltreoceano, qui da noi Elisabetta resta una celebrità, il suo vero e unico pubblico è italiano. La prima velina non si scorda mai.

La stufetta di Elisabetta

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È notizia degli ultimi giorni che la Regina Elisabetta non abbia i soldi per ristrutturare i suoi palazzi, e così Buckingam Palace è pericolante: la figlia Anna in visita alla madre ha rischiato di essere colpita da una tegola caduta dal tetto; i corridoi sono pieni di bacinelle che raccolgono l’acqua piovana. E la servitù ha ricevuto ordini precisi di spegnere le luci per via delle bollette salatissime, questo perché gli impianti sono fuori norma. Le tasse che gli inglesi pagano per mantenere i Windsor bastano appena a far fronte alle spese di normale manutenzione: vitto, servitù, viaggi, ecc. La Regina di recente è stata fotografata a Balmoral mentre si riscalda davanti una stufetta elettrica. E pare che anche il trono sia da sostituire perché troppo malandato. Insomma, una situazione di quasi indigenza: Elisabetta in banca ha appena un milione di sterline, una cifra che farebbe ridere qualsiasi borghese arricchito, Middleton compresi. Saranno i suoceri di William a salvare la figlia Kate e il nipotino George da freddo e umidità?

Provaci ancora, Charlene

Charlene

Si sa che Principato di Monaco è minuscolo, ma apprendere che è lo stato più piccolo al mondo dopo quello del Vaticano, con meno di 2 km quadrati, fa capire come ad una principessa possa andare stretto. Le sue dimensioni sono quelle di un piccolo borgo medievale, anche se la densità di popolazione è altissima, dato che conta 37.000 presenze. Per fortuna buona parte è costituita da residenze prese per motivi fiscali, se no la povera Charlene non avrebbe lo spazio per poggiare sul suolo monegasco il suo piedino. Il suo regno infatti somiglia a quello del Piccolo Principe, che possedeva un vulcano e una rosa. Ma lì Saint Exupéry gioca con il paradosso, invece i Principi di Monaco regnano con grande convinzione su un fazzoletto di terra poco più grande del parco tematico dell’Italia in miniatura. Organizzano il Galà della Croce Rossa e il Ballo della Rosa. Poi c’è il Gran Premio, che si svolge nelle strade di Montecarlo. Perfino il Casinò. E agli occhi del mondo lo spazio si dilata. Ma la verità è che la famiglia Grimaldi è in preda alla noia e vive in un buco, e con un po’ di esercizio potrebbe pure imparare a conoscere i sudditi uno per uno, tanto il tempo non manca.

Dagli spazi immensi del Sud Africa, terra dalla quale proviene, Charlene è finita in un posto grande quanto la piscina olimpionica in cui nuotava e vinceva medaglie prima di convolare a nozze con Alberto. Lei che nel suo passato sentimentale può vantare uno stuolo di bei nuotatori, tra cui il nostro Massimiliano Rosolino, ha sposato un cinquantenne sfatto,  che per sfinimento da protocollo ha ceduto al matrimonio. Le nozze restano indimenticabili per le lacrime tristi di lei e per l’indifferenza di lui. Ri-povera Charlene, anche la successione è a rischio se non darà un erede ad Alberto: e vedere i figli di Carolina, i giovani Casiraghi, che sfornano un figlio l’anno, certo non aiuta.

E poi l’immancabile paragone con Grace Kelly, altro cruccio. Charlene prova a pettinarsi come lei, a sorridere come lei, ma il risultato non convince. Il tentativo di fuga qualche giorno prima del matrimonio, sventato con il sequestro del passaporto, appare l’unico momento in cui ha emulato con successo la suocera, calandosi in un copione di Hitchcock. Nonostante il fallimento dell’impresa, la sua corsa in Armani o Chanel sulla pista dell’aereoporto di Monaco, è il gesto eroico di una vera principessa moderna. Anzi, di una donna che non vuole più essere principessa, che ci ha ripensato. E non tutte le speranze forse sono perdute: Charlene ha un asso nella manica, lei è una grande ex nuotatrice, potrebbe provare la carta della traversata marina approfittando dell’inaugurazione di qualche regata per buttarsi in acqua. E diventare finalmente una ex principessa.

Mi manda Topolino

Quando una star Disney inizia ad avere troppa popolarità tra gli adolescenti, c’è da scommettere che nel giro di qualche anno la stellina e il Mickey Mouse Club si rinnegheranno a vicenda e per motivi opposti. Britney Spears, Lindsay Lohan, Vanessa Hudgens, Miley Cyrus, sono tutte state parte della rassicurante famiglia Disney, lo avreste mai detto che Topolino fa questo effetto?

Miley è oggi la bad girl che più fa discutere, il suo è un tentativo estremo di seppellire l’immagine edulcorata di Hannah Montana: ha tagliato i capelli, il viso paffuto è diventato spigoloso, le gonne a palloncino si sono mutate in micro short. E soprattutto il sorriso dolce, che le è valso l’appellativo di Miley (da Smiley) è diventato una deformante linguaccia. Sì, ciò che più impressiona è che Miley senta il bisogno di tenere sempre la lingua di fuori, è diventato una specie di tic nervoso, quando canta, quando incontra i suoi fan, quando balla, quando è fotografata da Terry Richardson, ormai in ogni occasione metà del volto è coperto dalla lingua. Qualcuno dica a Miley che non è un cane provato dalla calura estiva ma una bella e talentuosa artista. E se non vuole ricevere proposte solo da registi porno dovrà rivedere qualcosa nelle sue movenze: nuda sì ma con con la bocca chiusa please. Qualcuno dica alle stelline che lavorare per Topolino non è una infamia, e non è necessario soffocarne il ricordo nella droga, nell’alcol e nelle paresi facciali. E, soprattutto, qualcuno dica a Topolino di puntare meno sulle lolite e più su Nonna Papera se non vuole avere sorprese.