I suoi primi 40 anni

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Juan Carlos di Borbone si è dimesso ma la vera notizia è un’altra: Letizia, la sua invisa nuora, dallo stesso ex Re considerata una arrampicatrice, sarà Regina. Ci sono voluti dieci anni per raggiungere l’ambito ruolo, quello per cui ha sacrificato forse la sua felicità. Però, considerando che Kate Middleton prenderà il posto di Elisabetta II già da pensionata, si può dire che le è andata bene. Letizia Ortiz Rocasolano, in arte Letizia di Spagna principessa delle Asturie, sarà una regina bella, giovane e poco sorridente. Ma l’obiettivo è raggiunto, in soli 40 anni è stata sposata due volte, repubblicana e monarchica, giornalista e finalmente Regina.

Regine in fuga

Letizia-Ortiz

Forse Letizia di Spagna lascia Filippo di Borbone, futuro erede al trono. La notizia è ripresa anche dal Corriere della Sera e sembra sia più di una voce. Pare che Letizia non ne possa più del protocollo di corte, che non sopporti la suocera e le cognate (oltre che il marito), che sia stufa di presenziare eventi, e che il sabato sia sua abitudine andare a concerti poco regali abbigliata con vestiario alternativo. Gli abiti haute couture e i lifting sono serviti a colmare la noia dei primi anni, adesso il potere si dispiega in tutto il suo crudele repertorio di consuetudini secolari. Una storia già sentita. Certo è che le principesse moderne non hanno più la fibra e la dedizione di un tempo. Spesso sono addirittura antimonarchiche, come la stessa Letizia, giornalista, divorziata e repubblicana in un passato recente. A volte rifiutano il loro ruolo attraverso disagi psichici (come Masako, la principessa triste del Giappone), altre volte cercano di svecchiare l’istituto monarchico e indossano abiti low-cost (vedi Kate Middleton). Tutte queste aspiranti regine non hanno però chiaro che non si può svolgere in maniera differente un ruolo che esige il totale rispetto della tradizione, pena il calo di gradimento popolare, pena il tramonto della stessa monarchia. La ribellione e il dissenso sono repubblicani, a volte anarchici, non certo monarchici. Questo conflitto le porta ad uscire prima di tutto da se stesse, e poi dal compito che inizialmente sembrava comodo come una fiaba, e che poi puntualmente si dimostra noioso, ingrato e anacronistico. Nessuno le ha obbligate a diventare principesse, hanno fatto tutto da sole. Erano promesse della borghesia, belle donne destinate all’emancipazione e a una vita indipendente. Hanno scoperto troppo tardi che le fiabe sono edulcorate, i principi uomini comuni e che essere regine è un duro lavoro. Insomma, una fregatura. Ma del resto è il modo attraverso cui la monarchia si autopreserva, fare propaganda attraverso la letteratura per l’infanzia.

La classe non è acqua, ma neve candida

Gstaad,guest attending Wedding Andrea Casiraghi

Andrea Casiraghi ha (ri)sposato la moglie (ereditiera) Tatiana Santo Domingo nella chiesetta svizzera di Rougemont, dopo l’unione civile che si era celebrata a Palazzo Grimaldi soltanto pochi mesi fa. Anche il cielo ha voluto dare il suo contributo e la cerimonia è stata impreziosita da fiocchi di neve che hanno reso magica l’atmosfera: l’immagine di Bianca Brandolini d’Adda che si ripara tenendo in mano un ombrellino mentre passeggia diretta in chiesa resterà negli annali reali. Così come quella di Beatrice Borromeo elegantissima (che più non si può) in un cappotto cipria da vera principessa, anzi da imperatrice, che lascia intravedere un vestito in seta, superbo. Pierre, fratello dello sposo e fidanzato di Beatrice, deve essere stato orgoglioso della sua statuaria dama. Insomma, un parterre da primo ordine, raffinato, chic e discreto, come si conviene a una giovane coppia aristocratica che ha fascino e carisma da vendere. La chiesetta era rivestita interamente di fiori e la sposa indossava un mantello da regina delle nevi (tutto Valentino).

Dopo il matrimonio religioso il figlio della coppia, Sacha, (battezzato tra l’altro a Gstaad qualche giorno fa) entrerà di diritto nella linea ereditaria del Principato. Pare che la scelta di sposarsi anche con rito cattolico sia dettata  dalla necessità di assicurare un erede alla dinastia Grimaldi qualora dall’unione di Charlene e Alberto non dovessero nascere figli. A proposito di Charlene, nelle foto dell’arrivo in chiesa non vi è traccia, mentre il suo consorte arriva in macchina con una Charlotte dal broncio irresistibile, anche lei senza il compagno. Non sappiamo se la principessa regnante e il comico francese abbiano poi raggiunto gli altri ospiti al banchetto offerto da Andrea e Tatiana al rifugio El Eggli, dove i due sposi sono arrivati su una carrozza trainata da cavalli bianchi. Una cerimonia intima ma da sogno, lontana dai riflettori e sentita, lo si capisce dal fatto che la richiesta fatta di non diffondere foto sui social network è stata rispettata da tutti gli invitati.

Kate conquista (quasi) tutti

The Duchess Of Cambridge Visits Naomi House

Con la fine del 2013 si tirano i primi bilanci e secondo i sondaggi Kate Middleton è la donna più bella del mondo. Nonostante le critiche la duchessa di Cambridge riesce a scalare le classifiche e imporsi come reginetta di fascino. Pare che lo stile informale di Kate abbia contagiato persino la sovrana se durante le festività trascorse a Sandringham le due donne si sono salutate con un bacio sulla guancia. Meno ospitali sono stati i corgi della Regina, che non hanno accolto con altrettanto calore Lupo, il cane dei duchi di Cambridge. Per lui il veto di trascorrere il Natale con la famiglia reale. Questioni di territorio.

 

 

Low-cost Addiction

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Purtroppo Kate è ricaduta nel low-cost, a nulla è servita la tiara prestata da Elisabetta qualche giorno fa, a nulla sono valsi i respiri di sollievo dei monarchici di tutto il mondo, che finalmente la vedevano con qualcosa di principesco addosso. Alla premiere londinese del film dedicato a Nelson Mandela, durante la cui proiezione è arrivata inaspettata la notizia della morte del grande leader sudafricano, Kate indossava una collana di finti cristalli Zara e un abito riciclato. Inoltre i capelli, con ciocche disordinate, e raccolti alla meno peggio con un elastico, erano adatti a una corsa nel parco più che a un red carpet: del resto, lei pensava, stava solo andando al cinema con William. In una giornata che tutto il mondo ricorderà per la scomparsa dell’uomo che ha cambiato per sempre i diritti umani, Kate aveva i capelli fuori posto, e così è stata immortalata. Mai uscire di casa trasandati, la Storia potrebbe coglierci impreparati.

Cenerentola a Buckingam Palace

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Giornata storica per il Regno Unito: Catherine Middleton duchessa di Cambridge ha indossato per la prima volta la tiara in occasione di un ricevimento pubblico. Sulla soglia del palazzo, appena in tempo, Elisabetta II avrà notato che mancava un tocco di regalità e allora ha aperto i forzieri di famiglia e le ha messo in testa la Lotus Flower Tiara, gioiello in stile egizio, di diamanti e perle, appartenuto alla Regina Madre. Già in macchina i primi effetti del diadema si sono notati, lo sguardo di Kate è apparso meno compassionevole e più determinato, come si conviene a una futura regina. Ma la Tiara è solo un prestito, si intende. Da domani di nuovo capelli sciolti e vestitini low-cost.

Un bus chiamato Monarchia

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Povera Kate, tutto questo gossip, questa persecuzione mediatica, le hanno fatto venire i capelli bianchi. E le è passata pure la voglia di mascherarli. Così è apparsa la duchessa di Cambridge, di rosso vestita, salendo su un bus storico il giorno del poppy day. E il colore dell’abbigliamento stavolta ha reso un cattivo servigio al suo incarnato, pallido e con tante rughe, e ha accentuato il contrasto tra la chioma scura e i primi segni di cedimento tricologico. Che sia il segnale di una resa, una bandiera bianca? È troppo tardi Kate, non dovevi entrare nel tritacarne della famiglia Windsor, nessuno ne è mai uscito felice. Carlo ha compiuto 65 anni e riceve già una pensione, ma il suo turno per regnare non è ancora arrivato. Lui che è nato per fare il Re di mestiere, è invecchiato aspettando che la madre gli cedesse trono e scettro. La longevità dei padri in questo caso non giova ai figli: Kate sarà regina quando tutti i suoi capelli saranno bianchi, forse qualcuno glielo ha fatto notare e quindi lei sta accelerando il processo di invecchiamento. Oppure, come è probabile, la stanchezza le sta facendo gettare la spugna. L’idea di attendere decenni per diventare una regina sfiorita di certo non è allettante. E forse neanche quello di essere regina dato che passata l’emozione della cerimonia di incoronazione e la certezza di essere entrata nella storia, i giorni saranno sempre all’insegna di sorrisi, saluti, cerimonie di rappresentanza. E coi riflettori puntati su una vita nutrita di protocolli e scandita da impegni ma svuotata della vita stessa. Ogni ragazza sogna di diventare principessa, ma ogni principessa vorrebbe tornare ad essere una ragazza.

Caccia al principe

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Quello delle cacciatrici di principi è un fenomeno molto diffuso laddove esistono ancora dinastie regnanti. Ad oggi lo scapolo più inseguito è Harry d’Inghilterra, fratello di William, futuro re. Le cacciatrici non potranno più aspirare a diventare regine, ma cognate della regina sì, che è sempre meglio di niente. Anzi, ci sono meno responsabilità e più divertimenti. Le cacciatrici sono organizzatissime, frequentano gli stessi locali, le scuole, gli eventi mondani del principe-preda. Il loro diventa un impegno a tempo pieno ed esistono persino dei corsi di galateo per preparare le aspiranti principesse.

Da qualche tempo però il frutto del loro lavoro è andato in fumo, dovranno rassegnarsi a rincorrere qualche altro malcapitato, perché pare che Harry abbia scelto di non essere più scapolo e di affidare il suo cuore a Cressida Bonas, i rumors parlano di una imminente proposta di matrimonio. Cressida è una biondissima giovane e fresca ragazza di nobili origini. Lei ad Harry è arrivata con naturalezza entrando dalla porta principale, quella della cugina del principe, Eugenie di York, figlia di Andrea, fratello di Carlo. Anzi, lei ad Harry non voleva proprio arrivare, non c’era nessun calcolo, e non è convinta di volerlo sposare, si sente troppo giovane. Alla waity Katy nazionale, che ha aspettato con pazienza dieci anni di tentennamenti di William, comportamenti così schizzinosi non devono andar giù.

Cressida e Kate non potrebbero essere più diverse, una nobile e l’altra borghese, una leggera e spensierata, l’altra calcolatrice e determinata, una bionda l’altra mora. Cressida, come il suo boyfriend Harry, è un animale da party, ama divertirsi in maniera libera e sfrenata come solo un’aristocratica dedita ai piaceri della vita può fare. Lei è bella, ricca e di sangue blu, e ha sorvolato in virtù dei suoi natali tutte le tappe e i sacrifici e le umiliazioni subite da Kate, una fra tante la mamma Carole che in mondovisione fu inquadrata a masticare una chewingum con lo sguardo di chi sta costruendo una posizione per la figlia. La quale sarà pure la futura regina, ma non ha mai avuto il privilegio di dire di no a William, sempre in posizione di attesa, remissiva e accomodante: per lui ha rinunciato ad un lavoro vero, accontentandosi di un modesto part-time in un negozio di abbigliamento che potesse andare incontro alle esigenze del principe, come una qualsiasi ragazza di paese che aspetta il ritorno del fidanzato arruolato nell’esercito. E quando è stata scaricata per Isabella Calthorpe è diventata persino leader di una squadra di canottaggio femminile  per far passare il finto (e rumoroso) messaggio di donna amazzone emancipata, ma in realtà non aveva scelta: se fosse uscita con un altro sarebbe stata archiviata per sempre. Isabella Calthorpe per la cronaca è la sorella mozzafiato di Cressida (ironia della sorte) e dopo qualche tempo ha rimandato William al mittente senza troppi complimenti. Sì, Isabella con William ha trascorso un periodo di puro svago, non voleva diventare The Queen. Questa è la punta più alta che il femminismo abbia mai raggiunto e forse solo con lei William si è sentito semplicemente un ragazzo e non la preda di una aspirante regina.

Provaci ancora, Charlene

Charlene

Si sa che Principato di Monaco è minuscolo, ma apprendere che è lo stato più piccolo al mondo dopo quello del Vaticano, con meno di 2 km quadrati, fa capire come ad una principessa possa andare stretto. Le sue dimensioni sono quelle di un piccolo borgo medievale, anche se la densità di popolazione è altissima, dato che conta 37.000 presenze. Per fortuna buona parte è costituita da residenze prese per motivi fiscali, se no la povera Charlene non avrebbe lo spazio per poggiare sul suolo monegasco il suo piedino. Il suo regno infatti somiglia a quello del Piccolo Principe, che possedeva un vulcano e una rosa. Ma lì Saint Exupéry gioca con il paradosso, invece i Principi di Monaco regnano con grande convinzione su un fazzoletto di terra poco più grande del parco tematico dell’Italia in miniatura. Organizzano il Galà della Croce Rossa e il Ballo della Rosa. Poi c’è il Gran Premio, che si svolge nelle strade di Montecarlo. Perfino il Casinò. E agli occhi del mondo lo spazio si dilata. Ma la verità è che la famiglia Grimaldi è in preda alla noia e vive in un buco, e con un po’ di esercizio potrebbe pure imparare a conoscere i sudditi uno per uno, tanto il tempo non manca.

Dagli spazi immensi del Sud Africa, terra dalla quale proviene, Charlene è finita in un posto grande quanto la piscina olimpionica in cui nuotava e vinceva medaglie prima di convolare a nozze con Alberto. Lei che nel suo passato sentimentale può vantare uno stuolo di bei nuotatori, tra cui il nostro Massimiliano Rosolino, ha sposato un cinquantenne sfatto,  che per sfinimento da protocollo ha ceduto al matrimonio. Le nozze restano indimenticabili per le lacrime tristi di lei e per l’indifferenza di lui. Ri-povera Charlene, anche la successione è a rischio se non darà un erede ad Alberto: e vedere i figli di Carolina, i giovani Casiraghi, che sfornano un figlio l’anno, certo non aiuta.

E poi l’immancabile paragone con Grace Kelly, altro cruccio. Charlene prova a pettinarsi come lei, a sorridere come lei, ma il risultato non convince. Il tentativo di fuga qualche giorno prima del matrimonio, sventato con il sequestro del passaporto, appare l’unico momento in cui ha emulato con successo la suocera, calandosi in un copione di Hitchcock. Nonostante il fallimento dell’impresa, la sua corsa in Armani o Chanel sulla pista dell’aereoporto di Monaco, è il gesto eroico di una vera principessa moderna. Anzi, di una donna che non vuole più essere principessa, che ci ha ripensato. E non tutte le speranze forse sono perdute: Charlene ha un asso nella manica, lei è una grande ex nuotatrice, potrebbe provare la carta della traversata marina approfittando dell’inaugurazione di qualche regata per buttarsi in acqua. E diventare finalmente una ex principessa.

Le principesse tristi / Kate Middleton_seconda parte

È delle ultime ore la notizia secondo cui Kate Middleton soffrirebbe di depressione post partum e starebbe attraversando un momento difficilissimo.

Che sia vero o no, poco importa. Tutto questo vociare intorno ai reali di Inghilterra testimonia una cosa: che non sono uomini liberi, ma attori che non possono mai gettare la maschera. Costretti a recitare un ruolo e a mettere da parte se stessi. Immaginate la giornata tipo di una principessa: deve sempre avere i capelli a posto, un bel vestito, sorridere e compiere azioni di rappresentanza. Il suo lavoro consiste nell’andare da un luogo a un altro non da cittadino ma da istituzione. E non prevede una pensione, un momento di riposo: è un lavoro vitalizio, che mette a dura prova la propria identità. Questo lo si capisce bene quando nelle collezioni reali si vedono mantelli, scarpe, abiti indossati un tempo da re e regine. Lì, in quelle stoffe un po’ sbiadite, un po’ sformate, viene fuori la dimensione umana, limitata e costruita della regalità. Solo i gioielli della corona continuano a brillare nei secoli, e fanno da specchietto per le allodole.

Una aspirante principessa accantona la propria vita privata per incarnare un desiderio collettivo. Non vive con gli altri, ma per far sognare gli altri. Non ha un contatto reale con il mondo, perché è solo un simbolo da esibire. E in una società globalizzata e immersa nella comunicazione questo significa venire tempestato dai flash dei fotografi in ogni punto del pianeta, finire sulle prime pagine dei giornali anche quando si va a fare la spesa, essere presente su google milioni di volte.

All’inizio la celebrità affascina, alimenta il mito di immortalità e di felicità che ognuno porta dentro di sé. E allora le aspiranti principesse fanno di tutto per inseguire gli eredi al trono in circolazione. Si iscrivono alla stessa università, frequentano gli stessi locali, si fanno belle per sposare un principe (pare che Kate si sia rivolta a un dentista delle star per agire sulla asimmetria del sorriso). Rinunciano così alla cosa più preziosa, la loro indipendenza. E annullano ogni tentativo di emancipazione sinora raggiunto.

Solo la Regina Elisabetta sembra resistere con forza e audacia alle fragilità della psiche, perché lei nel suo ruolo c’è entrata con uno spirito diverso, lei si è davvero identificata con il suo paese, e non le interessano gli orpelli, è una donna spartana. Che usa tailleur pastello perché così vuole la tradizione, e che indossa i gioielli perché così deve mostrarsi una regina. Le nuove principesse sono per lo più arrampicatrici sociali, convinte di aver trovato la chiave della propria felicità in un capriccio di bambine. Chi aspira ad essere principessa non è mai cresciuta del tutto, e si rende conto della realtà quando ormai è troppo tardi.

Il ruolo principale di Kate è stato quello di procreare l’erede al trono, in tempi brevi e con l’attenzione del mondo intero puntata addosso. È stata brava Kate, ha sorriso e si è mostrata sempre impeccabile. Ma la sua è una vita che la gente vuole sfogliare sui rotocalchi, che si svolge dentro residenze dorate, in cui tutto è regolato da un protocollo e da una organizzazione interna, priva di ogni spontaneità. Non può confidarsi con una amica per il timore che le sue parole possano essere pubblicate su un tabloid scandalistico. Non può fare un passeggiata in città. Vive in un recinto, ammirata dal pubblico a una distanza di sicurezza. Ed esiste persino una bambola Kate, con cui le bambine possono esercitarsi a diventare future principesse anoressiche.

Le principesse delle fiabe sono sempre felici, ma quelle vere sono sempre tristi. Aspiranti principesse, se vi capita di incrociare un principe per strada, cambiate marciapiede.