Alle 19.34 del 20 settembre 2013 Belen Rodriguez e Stefano De Martino si sono promessi eterno amore nella cappella dell’Abbazia di Santo Spirito a Comignago (NO).
Il loro è stato definito il matrimonio dell’anno. Certo la risonanza mediatica si ferma ai confini nazionali, attualmente l’Italia non vanta coppie le cui nozze destino l’interesse d’oltralpe. Ma nel nostro paese la promessa d’amore di Belen e Stefano è stata vissuta come un evento. Un matrimonio 2.0, annunciato, organizzato e condiviso sui social network. Si è celebrato il 20 settembre ma già il 21 è calato il silenzio, e il 22 i due sono stati avvistati a Milano ad assistere alla sfilata di John Richmond: avevano le fedi al dito, questo sì.
Ma cosa è mancato affinché il matrimonio uscisse dal folklore nazional popolare per entrare nell’olimpo delle nozze glamour? Di seguito un decalogo su cui riflettere per non ripetere gli stessi errori di Belen.
I tatuaggi
L’Italia è divisa in due, da un lato i tatuati, dall’altro, in una specie di riserva protetta, coloro la cui pelle risulta ancora color carne senza soluzione di continuità. Belen è bella, bellissima, su questo non ci piove. Ma il tatuaggio da marinaio, a forma di cuore, pure colorato, con cui dal braccio sinistro dichiara al mondo l’amore per il suo Stefano, mette a dura prova qualsiasi tentativo di raffinatezza ed eleganza. E anche in abito bianco, Belen sembrava una sposa al porto.
Consiglio: se non lo avete già fatto, evitate di tatuarvi. Se avete inflitto tale supplizio alla vostra pelle, cercate di mascherare il mascherabile con abito e cerone.
La testimone
La testimone della sposa è Patrizia Griffini, più nota come la petineuse del Grande Fratello. L’amicizia tra lei e Belen incarna un modello diffuso e consueto tra donne: una bellissima e sempre fidanzata, l’altra cozza e con funzione di portachiavi. Belen la trascina ovunque con sé, forse la mette nel beauty-case viste le dimensioni: insieme a fare shopping, nei locali e sulla spiaggia di Formentera. Passano i fidanzati e i mariti, ma Patrizia resta. E ha sempre belle parole per l’amica e per i suoi compagni, salvo poi rettificare quando serve:
“Sono sincera: voglio molto, molto bene a Fabrizio, ma sapevamo tutti che non sarebbe potuto essere lui l’uomo da sposare. Belen ha bisogno di avere al suo fianco una persona pacata e serena”
Patrizia brilla della fama dei suoi amici vip, ed è individuabile solo se si accompagna a qualcuno. Altrimenti rischia di non essere riconosciuta: persino il giorno del matrimonio ha dovuto subire l’umiliazione di essere fermata dalla sicurezza di Villa Giannone che non credeva che lei, a bordo di una cinquecento, fosse la testimone della sposa. Patrizia è uno degli indicatori della condizione da ex cenerentola di Belen. Potrebbe essere addirittura una sorellastra.
Consiglio: attenzione alla scelta della testimone, racconta ciò che siete e siete state!
La location
Sul http://www.abbaziadisantospirito.com si trovano le immagini di Villa Giannone, il luogo che ha fatto da cornice alla cerimonia nuziale e ai festeggiamenti del matrimonio di Belen e Stefano. In un italiano stentato e con refusi sparsi si tessono le lodi della cappella privata e della sala cerimonie. Per capirci si trovano frasi di questo tipo: “Villa Giannone è l’ideale per gli sposi che amono le ambientazioni agresti” (sì, proprio amono). Visitate il sito, vi riserverà attimi di devastante banalità e noia. Villa Giannone è un non luogo, non si capisce perché la coppia lo abbia scelto: lei argentina, lui napoletano, focosissimi. Ci si aspettavano location mediterranee e inondate di sole, spiagge e quant’altro. E invece Comignago in provincia di Novara, che solo a pensarci devi indossare un golfino in cotone. Boh? Un matrimonio senza radici, un luogo che non ha nessun legame sentimentale con gli sposi. Ma loro ne saranno consapevoli? Una cosa del genere avrebbe potuta farla Tom Cruise che infatti ha sposato Katie Holmes nel castello di Bracciano (vedi come è finita); o Justin Timberlake che ha scelto una masseria pugliese per impalmare Jessica Biel. Ma un napoletano e una argentina perché mai dovrebbero sposarsi in provincia di Novara? Sotto un gazebo che nei paramenti ricorda un tendone da circo con i lampadari posticci in finto cristallo?
Consiglio: non fate come gli americani, o come Belen e Stefano. Scegliete un posto legato alle vostre radici.
Il menù
Il menù pare dovesse contemplare specialità argentine e partenopee, ma non si direbbe. Il concetto di cucina fusion è troppo lontano dai pensieri degli sposi per ipotizzare che sia stato praticato. Non resta che trarne le debite conclusioni: in perfetto Villa Giannone Style, il menù è un trionfo di sapori senza dimora:
risotto di crostacei ai profumi di mare
tortelli con fiori di zucca e scampi
darna di branzino con tagliolini di verdura
millefoglie di patate e leggera salsa alle erbe
sushi al latte di mandorla e frutto della passione
torta
gran buffet di pasticceria
quadri di frutta
fonduta al cioccolato
Consiglio: scegliete piatti con meno parole e più sostanza
Il sacramento
Il sacerdote che ha celebrato il rito è forse l’unico anello di congiunzione con la tradizione e la famiglia, Don Luigi Rossi ha infatti unito in matrimonio anche i genitori dello sposo, e dalla sua diocesi campana è stato catapultato in Piemonte, nella cappella privata di Villa Giannone. Sarà una prima scelta o c’è da credere ai rumors che insistono su una serie di defezioni talari, tra cui Padre Spritz?
Una cosa è certa: Belen e Stefano nelle settimane precedenti il matrimonio hanno rilasciato dichiarazioni alquanto pagane. Per loro infatti la cosa importante non era promettersi amore e fedeltà davanti a Dio, ma organizzare una splendida festa per far star bene gli amici. Parole che probabilmente hanno avuto un peso sulla fuga dei sacerdoti.
Consiglio: se anche voi la pensate come Stefano e Belen non dovete dirlo per forza.
L’esclusiva
I veri signori non vendono l’esclusiva del loro matrimonio ad un giornale, perché non mercificano il loro giorno più bello. Cercano di proteggerlo ma se qualche paparazzo riesce ad immortalare il sì, tanto di guadagnato per colui che si è portato a casa la giornata di lavoro, e per gli sposi che hanno fatto una buona azione. I veri signori si sposano alla luce del sole, escono felici dalla chiesa, sorridendo a chi si trova fuori ad aspettarli. Non si blindano. Belen ha assoldato personalmente 70 bodyguard per proteggere non la sua persona, ma l’esclusiva del matrimonio.
Consiglio: se volete evitare ansie da rescissione del contratto causa fuga di foto ad alta risoluzione, non vendete l’esclusiva a nessuno.
La lista nozze
Anche qui scivolone. Le celebrity non fanno più la lista nozze! Ma indicano una o più associazioni di beneficenza a cui devolvere i soldi dei regali. Qui la coppia è stata un po’ avida: nonostante fosse già ampiamente rientrata delle spese grazie alla vendita dell’esclusiva al settimanale Chi e alla partecipazione di vari sponsor, non ha voluto rinunciare a una lista nozze di 80.000 euro presso La Rinascente.
Consigli: un po’ di charity non guasta mai e fa tanto glam.
La damigella
Cecilia Rodriguez, la sorella meno bella, meno famosa, meno brava, meno simpatica, meno tutto, è stata la testimone di nozze di Belen. E qui il pensiero non può che andare a Pippa Middleton, anche nella scelta dell’abito bianco da quasi sposa. Con Pippa Cecilia vince il confronto del tanto decantato lato B che dal 29 aprile 2011 pare sia la prerogativa di una vera damigella. Ma perde quello in eleganza, anche a causa di un tatuaggio sul braccio che fa tanto, anche per lei, matrimonio al porto.
Consiglio: evitate il confronto con Pippa, vestite la damigella di rosa.
Il protocollo
Qui si farebbe prima e fare un elenco di ciò che è rientrato nel protocollo piuttosto che il contrario. Secoli di tradizione spazzati via, neanche contemplati, neanche conosciuti. Vediamo le cose più eclatanti.
- Luogo: si sceglie la città della sposa. Se la sposa è straniera si celebrano due matrimoni, uno nella città di provenienza dello sposo e uno nel paese della sposa. Come visto sopra i due hanno pronunciato il loro sì in Piemonte, in provincia di Novara.
- Tempi: lo sposo arriva in anticipo, la sposa si fa attendere. Stefano De Martino è arrivato con 40 minuti di ritardo, a bordo di una Mercedes da lui guidata.
- Abito bianco: Belen è arrivata a Villa Giannone in abiti borghesi prima del suo promesso sposo. La sposa il giorno del suo matrimonio la immagini per l’appunto vestita da sposa. È come se si fosse svegliata per incanto già sistemata di tutto punto, pronta per l’altare. Come se le fate nella notte l’avessero abbigliata, pettinata, truccata. La sposa, il giorno del sì, è un mistero da svelare. Anche qui pollice giù.
- Biglietti di invito: sono i genitori ad annunciare il matrimonio dei figli, e nel caso si decida di non rispettare questa usanza, il nome dello sposo va in alto a sinistra. Quello della sposa in alto a destra. I nostri sposi hanno scelto una formula gerarchica e poco elegante: il nome di Stefano si trova su quello di Belen. Evitiamo di dilungarci sul finto effetto litografia dell’Abbazia ritratta sull’invito, che si suppone essere una stampa laser (forse su carta cotone).
- I tavoli: è ormai pessima usanza individuare un tema, declinandolo per denominare i tavoli del pranzo nuziale. Tra i più originali “Guerre Stellari”, “Il Piccolo Principe”, “La casa nella prateria”, ecc. Il tema scelto da Belen e Stefano parrebbe essere “amori infelici e finiti male”. Infatti i tavoli si appellavano Tristano e Isotta, Otello e Desdemona, ecc. Vezzo letterario degli sposi, o forse pensano che Otello sia un cioccolatino?
Consiglio: ci sono voluti secoli per codificare comportamenti e tradizioni, per quanto possibile evitate di demolire tutto ma proprio tutto.
Gli invitati
Date le premesse si capisce come tanti vip abbiano declinato l’invito. Belen e Stefano sono belli e famosi, ma c’è fama e fama. E in certi ambienti si diventa schizzinosi, specialmente alla luce di certe cadute di stile che potrebbero avere ripercussioni anche sugli invitati. Persino Maria De Filippi, la loro madrina, ha detto no, e insieme a lei Gerry Scotti, Rossella Brescia, Christian De Sica, Silvia Toffanin. Pare che i biglietti di invito, come tutto il resto, non fossero redatti con particolare cura. Elisabetta Canalis ha invece accettato con piacere, ma lei non può considerarsi la cartina tornasole di un evento, partecipa a qualunque festa. Provate a invitarla al vostro compleanno, come il suo celebre ex vi stupirà suonando il vostro campanello in pieno party. Meglio che ricevere una telefonata da Papa Francesco.
Consiglio: non imbarazzate i vostri amici e conoscenti e metteteli in condizione di accettare il vostro invito. Evitate di invitare chi sapete già vi dirà di no. Mandate dei bliglietti eleganti e ben scritti (magari evitando i font finto antico-gothic-arzigogolati).